Per un musicista sedentario, dalla formazione unilaterale, provo lo stesso senso di repulsione che mi ispirerebbe, ad esempio, un uomo con braccia dall’enorme muscolatura inserite in un corpo malnutrito e rachitico. Considererei queste braccia una deformità spirituale, oltre che una mostruosità fisica. Le “specializzazioni” si sviluppano di solito, analogamente, a spese della salute e del benessere dell’uomo completo.
E mi offendono tanto più adesso in quanto ho guidato giovani all’azione per mezzo della scure, della sega, della pialla, del martello, della vanga e della zappa. Facendo loro scalpellare la pietra, dipingere le pareti, facendoli cucinare e lavare i piatti. Solo in un secondo tempo viene la pratica dell’uso della riga, della squadra, del tavolo da disegno.