Cosa possiamo dunque aspettarci che accada all’identità di una persona in presenza di una cataratta o di una montagna, di una quercia o di una celidonia, oggetti in fondo privi di coscienza e perciò – apparentemente, almeno – incapaci di incoraggiare o censurare i comportamenti umani? Per arrivare al nocciolo della fede di Wordsworth negli effetti benefici della natura, anche gli oggetti inanimati sarebbero in grado di esercitare un’influenza sull’ambiente circostante. Gli scenari naturali hanno il potere di evocare particolari valori – le querce la dignità, i pini la risolutezza, i laghi la calma – e di ispirarci quindi, in modi assai sottili, la virtù.