Situati vicino alle fabbriche di Frugès a Lège e Pessac, nei pressi di Bordeaux, i complessi risultanti furono esempi di Modernismo: ognuno di essi consisteva di una serie di scatole prive di decorazioni con lunghe finestre rettangolari, tetti piatti e muri spogli. Le Corbusier era particolarmente fiero della loro mancanza di ogni riferimento locale e rurale. Si faceva beffe delle aspirazioni di quella che definiva la «brigata del folklore» rappresentata dai tradizionalisti sentimentali e denunciava l’intransigente resistenza della Francia alla modernità.
Nelle case progettate per gli operai, la sua ammirazione per l’industria e la tecnologia si esprimeva in lastre di cemento, superfici non decorate e lampadine nude. I nuovi occupanti, invece, avevano un’idea molto diversa della bellezza. Non erano loro a essere stanchi della tradizione e del lusso, della grazia e della raffinatezza, né provavano noia per il linguaggio regionale o per gli intarsi dettagliati dei vecchi edifici. Nei capannoni di cemento,con addosso le tute blu d’ordinanza, passavano le loro giornate assemblando casse in legno di pino per il commercio dello zucchero. Le ore di lavoro erano tante e le vacanze poche. Molti di loro erano stati costretti a venire da villaggi fuori mano per lavorare nelle aziende di monsieur Fruges e provavano nostalgia per le loro vecchie case e i loro appezzamenti di terreno.
Alla fine di un turno in fabbrica non sentivano il pressante bisogno psicologico di qualcosa che ricordasse loro il dinamismo dell’industria moderna. Nel giro di pochi anni, quindi, gli operai trasformarono i cubi di Le Corbusier, identici gli uni agli altri, in spazi privati, differenziati e unici, in grado di ricordare loro le cose di cui erano stati spogliati per colpa del lavoro. Senza preoccuparsi di rovinare i progetti del grande architetto, aggiunsero alle loro case tetti spioventi,persiane, piccole finestre a battenti, carta da parati a fiori e staccionate con pioli in stile paesano, e quando tutto ciò fu fatto cominciarono a posizionare fontane e nanetti per decorare i giardini. Forse il gusto degli inquilini andava in direzione opposta rispetto a quello del loro architetto, ma la logica era identica. Proprio come il famoso modernista, anche gli operai della fabbrica avevano scelto uno stile che evocasse le qualità meno presenti nelle loro vite.