Per loro l’agorà, i templi, lo stadio e gli spazi pubblici non erano solo una magnifica espressione dell’arte e della cultura, ma anche il maggior deposito di ricchezza morale e intellettuale, il volano dell’ideale civico.
Tale consapevolezza era contenuta nel giuramento dei nuovi cittadini: “Lasceremo questa città più grande, migliore e più bella di come l’abbiamo ereditata”.