Questo vale per ogni blocco di materia ed è ciò su cui si fonda l’arte della scultura, ma quando tali blocchi risultano da combinazioni strutturali, essi importano suggestioni di funzioni fisiche più complesse: in un numero maggiore e in una scala più ampia e più ovvia. L’architettura sceglie e mette in risalto quelle suggestioni di pressione e di resistenza che rispondono più chiaramente e possono risvegliare più vivide le nostre reminiscenze di sicurezza e forza fisica.
Nel mondo non umanizzato delle forme naturali questa misura del nostro corpo viene da ogni parte contraddetta. Non soltanto siamo circondati da oggetti spesso deboli e non compatti, ma anche da oggetti che, pur essendo forti, tuttavia non sono forti nel modo che noi intendiamo, e sono perciò incapaci di sollevare in noi un’eco della loro forza.
La natura, come la scienza dell’ingegneria, richiede dagli oggetti quella sicurezza e quella forza che saranno praticamente loro necessarie; l’arte invece chiede loro una sicurezza e una forza che devono rassomigliare alla nostra sicurezza e forza, e servirà loro di conferma. L’architettura, mediante il valore della massa, adegua forme solide all’umanità e soddisfa un istinto vitale che è in noi.