Corpo e dimensioni
La dimensione prevalente di un luogo influisce sui suoi abitanti attivando risposte neurologiche, fisiche e psicologiche completamente diverse tra loro.
Quando per esempio una località è caratterizzata per motivi geografici e architettonici da una prevalenza di linee orizzontali, i movimenti che vengono attivati sono soprattutto quelli sul piano orizzontale dei muscoli rotatori. A loro volta, le linee verticali attivano i movimenti sul piano verticale (implicati nelle flessioni laterali) e quelle longitudinali i movimenti della muscolatura antero-posteriore sul piano sagittale.

Come abbiamo visto nel capitolo precedente, questi tre tipi di movimento sono anche tipici delle diverse fasi evolutive dell’essere umano. All’attivazione di queste tre modalità del sistema nervoso corrispondono quindi tre stati psicologici completamente diversi che, se permangono a lungo, tendono a strutturare a loro volta personalità molto differenti e atteggiamenti peculiari. La dimensione orizzontale evoca più facilmente condizioni di ‘visceralità’ e appartenenza così come quella verticale stimola il sistema nervoso corticale o il pensiero razionale e la differenziazione e la dimensione longitudinale il sistema muscolare e l’azione. Potrebbe essere interessante a questo punto chiedersi se certe forme spaziali non siano così diverse proprio perché derivano da modi di essere diversi e quanto a loro volta siano ancora in grado di evocare stati di coscienza diversi in chi vi si ferma o vi abita? Bologna e Torino, per citare due città caratterizzate da linee prevalenti differenti, sono così diverse anche perché chi le ha costruite era così differente? E quando andiamo in due città così diverse, siamo veramente gli stessi di prima o cambiamo a livello neurologico, fisico e psicologico?

J. Tolja - F. Speciani
dal libro Pensare col corpo