Strayer si trova in una posizione privilegiata per comprendere gli effetti della vita moderna sull’uomo. Amante dei viaggi con zaino e sacco a pelo, pensa di aver scoperto quale sia l’antidoto ai nostri problemi: la natura. Siamo al terzo giorno di un viaggio in tenda tra i canyon maestosi e selvaggi vicino a Bluff, nello Utah. Strayer spiega a 22 studenti di psicologia quello che definisce “effetto dei tre giorni”.
Il cervello umano, dice, è una macchina che si affatica facilmente. Sospendere le attività inutili e trascorrere un po’ di tempo in un bell’ambiente naturale non produce solo un senso di ristoro, ma migliora anche le nostre prestazioni mentali.
Strayer ne ha avuto la prova con un gruppo di giovani che dopo tre giorni di campeggio in mezzo alla natura hanno mostrato un miglioramento del 50 per cento della loro capacità di completare esercitazioni creative di problem solving (l’analisi e soluzione di situazioni problematiche).