Improvvisamente non avevo più bisogno di una divinità o della rappresentazione di una qualche cultura esotica per sentire il senso di appartenenza. L’incontro con i miei organi è stato così. Una vertigine persino dolorosa.
Potevo smantellare tutte le rappresentazioni, tutte le credenze, fare saltare mappe e interpretazioni e andare direttamente alla fonte.
Attraverso tocco e movimento gli organi mi parlano nella loro lingua.
E ogni volta mi dicono qualcosa di me che sento profondamente vera.