L'esercizio fisico estremo
Vedo la futilità del pensare
che più sia necessariamente meglio.
Timothy Gallwey
I radicali liberi prodotti dall'esercizio fisico estremo stanno distruggendo la nostra salute?
La mia esperienza personale conferma questa conclusione. Ho corso anch'io in molte maratone, e mi ha sempre disturbato il fatto che nelle settimane finali dell'allenamento mi capitava spesso qualche malattia virale, come un raffreddore o un'influenza. Insomma, proprio nel momento in cui avevo più bisogno di concentrarmi sul mio allenamento, ero costretto a restare inattivo per qualche giorno.

Ai primi attacchi del malanno pensavo di essere un’altra vittima delle “influenze di stagione” o del “raffreddore che circola”. Poi ho scoperto uno studio effettuato durante la maratona da Los Angeles del 1987. Un questionario inviato dopo la corsa a tutti i partecipanti ha rivelato che il 40% dei corridori aveva avuto almeno un episodio di raffreddore o influenza nei due mesi precedenti la gara. Un dato ancor più rivelatore era che il 13% dei maratoneti aveva preso il raffreddore nella prima settimana dopo la gara (Runners World, Il mondo dei corridori, marzo 1990).

Questi dati mi hanno indotto a farmi altre domande. L’esercizio fisico molto intenso indebolisce il sistema immunitario? E se è così, perché?

Stava incominciando ad emergere un mistero medico complesso. Un controllo veloce dei dati relativi ai miei pazienti e alle mie ricerche, e le segnalazioni di altri medici, hanno dimostrato che l’unico fattore di rischio comune in questi casi era un programma di duro esercizio fisico. In tutte le situazioni, le persone malate stavano impegnandosi in quello che viene chiamato “esercizio fisico estremo”. Fra l’altro, questi soggetti soffrivano spesso di stanchezza fisica cronica e dei traumi frequenti che accompagnano regolarmente l’allenamento pesante.

K. H. Cooper
dal libro I radicali liberi