La NPS (Normal Person Syndrome)
Come può una persona aspettarsi di poter essere felice
con qualcuno che insiste nel trattarla
come se fosse un essere umano
perfettamente normale?
Oscar Wilde
Quali i sintomi di questa sindrome insidiosa ed elusiva anche per l'occhio clinico più esperto.
Prossimamente la NPS verrà inserita nel DSM VI (sistema scientifico internazionale di classificazione psichiatrica). La NPS è una sindrome molto sfuggente, i cui contorni precisi sono stati individuati solo di recente e i cui primi sintomi si manifestano già nell'infanzia.

Soprattutto nei primi anni il bambino/a parla con vocina piuttosto infantile. Dopo la scuola esegue i compiti che gli sono stati assegnati e va alle lezioni di musica, sport o altre attività a cui é stato iscritto dai genitori, ma soprattutto mostra una tendenza quasi ossessiva per il gioco e il divertimento.

Il quadro rimane abbastanza immutato fino alla adolescenza in cui in genere inizia un comportamento più riservato rispetto alle proprie amicizie, simpatie amorose, attività, e spesso polemizza con i genitori e si differenzia dalle loro aspettative fino ad arrivare ad un comportamento e modo di pensare che non corrisponde a quello che avevano loro alla sua età.

Dopo l’adolescenza, continua a differenziare i propri interessi da quelli dei genitori orientandoli piuttosto verso quelli dei propri coetanei. Finite le scuole superiori in alcuni casi continua a studiare, in altri inizia a lavorare. In altri evita entrambi, grazie all’aiuto dei genitori che così evitano il distacco dalla famiglia.

In questo periodo generalmente esplora diverse relazioni temporanee oppure inizia una relazione stabile con una coetanea con cui passa più tempo che con i genitori e con cui si instaura una maggiore confidenza e intimità che con loro.

In età adulta il soggetto affetto da NPS quasi sempre si trova una occupazione che gli permette di diventare autonomo economicamente e di crearsi una famiglia propria ed eventualmente avere figli.

La degenerazione senile tipica della NPS generalmente si caratterizza come demotivazione verso la produttività dopo una certa età, e da un caratteristico incremento del tempo dedicato alla riflessione e alla qualità delle relazioni.

La sindrome sembra essere molto diffusa (si parla di decine di milioni di soggetti solo nel nostro paese) e fino ad oggi anche resistente ai trattamenti, ma le case farmaceutiche hanno allo studio farmaci specifici per il trattamento. Essendo una condizione cronica, il trattamento andrà iniziato il più precocemente possibile e continuato per tutta l’esistenza, aumentando progressivamente le dosi per adeguarle all’incremento ponderale e al naturale fenomeno di assuefazione che si verifica in tutti i trattamenti farmacologici. Si prevede tuttavia che per le classi meno abbienti il trattamento terapeutico, essendo molto costoso, verrà in gran parte rimborsato col denaro pubblico del Servizio Sanitario Nazionale.

Salvatore Delsè (medico e psicoterapeuta)
Dalla rivista Pharmacology Horizons (numero pubblicato il 1 aprile ;)