Inter-rotti
Come il grande flusso di interruzioni fa svanire il pensiero critico.
Nei mondi di Huxley e Orwell le informazioni provenivano da un’unica fonte, un governo totalitario che ritroviamo in film come Fahrenheit 451 di Truffaut (1966) o Blade Runner di Ridley Scott (1982). In questi film un comando centrale serve per lavare il cervello e creare una finta tranquillità un po’ beota.

Dov’è oggi questa tranquillità uniforme? Nei paesi occidentali avanzati, i più sono continuamente bombardati da un flusso continuo di messaggi e, a loro volta, interrompono gli altri. Un incubo? Non proprio. Quando siamo sconnessi e lasciati in pace, proviamo spesso un senso di abbandono, una solitudine non sempre piacevole.

La rete che ci avvolge è unica, come i dittatori fantascientifici di un secolo fa, ma non produce un ordine totalitario. Ciascuno pesca le informazioni che più gli garbano, e scambia le informazioni più disparate. Si entra nella vita altrui e si è penetrati o intrattenuti dagli altri. Sul più bello, siamo interrotti da messaggi frequenti e sovrabbondanti. La bussola per navigare in questo mare magnum è impazzita e produce effetti in modi disordinati e casuali.

Quello che una volta si chiamava pensiero critico, o semplice riflessione ragionevole, oggi funziona male, e sembra talvolta affievolirsi, se non svanire.

P. Legrenzi