I precursori della mcdonaldizzazione
Perché olocausto e mcdonaldizzazione condividono tutte le stesse caratteristiche fondamentali.
A qualche lettore la discussione dell’Olocausto nel contesto dei precursori della mcDonaldizzazione potrà sembrare un po’ forzata. È indubbio che non si può parlare di ristorazione fast food mettendola sullo stesso piano del crimine più esecrabile della storia umana. Eppure vi sono valide ragioni per parlare dell’Olocausto in questo contesto. Prima di tutto, esso si basava sui principi della razionalità formale.

Zygmunt Bauman sostiene che l’Olocausto può «fungere da paradigma della razionalità burocratica moderna». Come la burocrazia, anche l’Olocausto rappresentò un prodotto distintivo della civiltà occidentale. Sostiene poi Bauman che non si trattò di un’aberrazione, ma di un qualcosa in «piena coerenza con tutto ciò che sappiamo della nostra civiltà, del suo principio ispiratore, delle sue priorità, della sua immanente visione del mondo»: vale a dire l’Olocausto richiedeva la razionalità del mondo moderno. In società premoderne meno razionalizzate, non avrebbe potuto verificarsi.

Effettivamente i pogrom succedutisi in queste società erano troppo primitivi, troppo poco efficienti per assassinare in modo sistematico i milioni di persone eliminati nell’Olocausto.

Si può anche vederlo come un esempio di moderna ingegneria sociale la cui finalità sia la produzione di una società perfettamente razionale. Nella concezione nazista questa società doveva essere liberata dagli ebrei (come anche dagli zingari, dagli omosessuali e dagli handicappati).

Bauman ci vede un’analogia col giardinaggio: al modo in cui un giardino perfetto è sgombro di erbacce, anche una perfetta società nazista doveva essere judenfrei. Ricorrendo ad una metafora medica, Hitler stesso definì gli ebrei un «virus», un morbo che doveva essere estirpato dal seno della società nazista.

L’Olocausto aveva tutte le caratteristiche fondamentali della razionalizzazione (e della mcDonaldizzazione). Era prima di tutto un meccanismo efficiente per la distruzione di un numero enorme di esseri umani. Per esempio, esperienze precedenti avevano dimostrato che al riguardo le pallottole erano inefficienti: i nazisti finirono per rivolgersi al gas in quanto strumento più efficiente per eliminare degli esseri umani. E trovarono efficiente anche usare membri della comunità ebraica per affidar loro compiti di vario genere (come la selezione del prossimo gruppo di vittime) che altrimenti avrebbero dovuto eseguire con i propri mezzi. Molti ebrei collaborarono perché sembrava la cosa «razionale» da farsi (la possibilità di salvare persone o se stessi) all’interno di un simile sistema razionale.

In secondo luogo, l’Olocausto fu un’esaltazione della calcolabilità: per esempio, quante persone potevano essere uccise nel più breve lasso di tempo. Bauman ci fornisce questi ulteriori esempi:

Per gli amministratori delle ferrovie l’unica espressione significativa dell’oggetto del proprio lavoro è data in termini di tonnellate per chilometro. Essi non hanno a che fare con esseri umani, pecore o filo spinato, bensì semplicemente con un «carico», cioè un’entità costituita esclusivamente da quantità misurabili e priva di qualità.

Per la maggior parte dei burocrati persino una categoria come «carico» rappresenterebbe una restrizione qualitativa troppo vincolante. Essi prendono in considerazione solo gli effetti finanziari delle loro azioni. Il loro oggetto è il denaro.

Indubbiamente scarsa era l’attenzione per la qualità della vita, per non dire della morte, degli ebrei durante la marcia inesorabile verso le camere a gas.

G. Ritzer
dal libro Il mondo alla McDonald’s