Tutti tutti tutti.
"O minchia! Adesso voglio bene a tutti…".
Accidenti se è difficile. Mi vergogno un po', anche se succede a tutti. Mi vergogno perché è una di quelle cose che succedono ma non si dicono. È una di quelle cose che se c'è una regola è proprio di non parlarne.
Soprattutto in certi ambienti. Quelli avanti...

Va beh…

Me ne sono reso conto in maniera più evidente quando ho fatto il seminario di anatomia esperienziale a Madrid.

Ovviamente dopo che la cosa era successa.

Sì, perché lì ero solo. Quindi avevo ancora meno riferimenti di quando li faccio a Milano, ‘sti seminari.

Arrivo nel centro yoga madrileno. Molto, molto curato, carino ed efficiente (accidenti questi spagnoli…).

Appena entro mi accoglie il ragazzo che capisco essere l’organizzatore. Testa piccola su corpo muscoloso e spalle larghe, pizzetto incolto, abbronzato, pantaloni indiani gialli col cavallo alle ginocchia, faccia simpatica.

Ok, individuato il personaggio.

Pago e corro a cambiarmi (ho giusto cinque minuti).

Parte un coro di “hola”, “que tal”, “todo bien?”, simpatici gli spagnoli. Maggioranza donne. Mmh… questo uguale a dappertutto.

Nove e trenta, puntuale come sempre, sono seduto sul parquet del centro. I primi vengono a salutarmi e baciarmi. “Sì, altro mondo rispetto a Milano”. Poi mi siedo in disparte. Le mie origini cuneesi non consentono di correre troppo. E osservo.

Entra l’esaltata: bella donna, lei vive fuori dalle cose materiali. Si mangia il conduttore con gli occhi, come se fosse roba sua.

Oh to’… Un ragazzo. Cavallo alle ginocchia pure lui. Ma lui ha l’aria di quello che davvero vive “in oriente” da alcuni lustri. “Perché allora una faccia così triste e rassegnata?”.

Poi una signora cicciottella. Una brava mamma che spera di trovare un po’ di risposte.

Poi una signora bionda. L’efficienza: lei pensa che avrebbe potuto organizzare meglio la due giorni.

E questi due adesso? Penso: “Stanno insieme ma non sono sposati. Anzi, lei è divorziata. Bella coppia però”.

Vi risuona? … Non riesco ad ammetterlo neppure io…

Un misto di entusiasmo e “andiamoci piano “. “Che bella gente, certo che…”.

“Minchia, no quello lì già non lo reggo”. “Oh, ecco una che sembra sensata”.

E così via.

Poi si inizia. Metto la mano dietro la schiena di una ragazza, e gioco con il suo rene destro.

Poi ci mettiamo schiena contro schiena e giochiamo con tutti e quattro i reni.

Quando finisce l’esperienza torniamo a sederci in cerchio. E mi risveglio.

Mi sveglio. Come se avessi riviaggiato per ore e ore su quell’aereo che m’ha portato qua a Madrid ieri sera e fossi, nel frattempo, rinato. Ma non rinato un’altra persona. Ri-nato come se fossi appena nato.

Ecco! Adesso voglio bene a tutti. Ma proprio tutti, tutti, tutti…

Mi prenderebbe una vergogna pazzesca a pensarci, se non fossi appena rinato.

Invece sono entusiasta.

Ma la cosa che mi destabilizza di più è che, se riguardo le stesse persone di prima, le vedo esattamente come le vedevo prima, appena entrato nel centro yoga. Ne vedo le bellezze e le bruttezze. Colgo la sincerità evidente di alcune e i pensieri nascosti di altre.

Ma quello che non mi piace è la “non verità”, ciò che è solo costruito. Posticcio. Adesso basta un mio sguardo più attento e compassionevole per rendermene conto.

Sono tutti così sani, semplicemente, e ognuno con le sue malfatte, con i suoi schemi, con le sue idiosincrasie, con i suoi preconcetti.

E a quel punto diventa magnifico. Da chi ho voluto bene già prima non mi staccherei più. Da chi non mi “quadrava” già prima sto decisamente e definitivamente lontano, ma gli voglio, in un certo senso, più bene che agli altri.

Perché rispecchia i mille difetti, imperfezioni e debolezze che anch’io ho, con le sfumature più svariate. E che non mi piacciono, soprattutto le mie. Ma che non sono né dentro di loro, né dentro di me.

Voglio stare lontano da queste cose. Sento una ferma repulsione. E infatti mi tengo lontano da quelle persone. Ma contemporaneamente le posso accogliere.

E quindi, in un certo senso, vanno tutte bene così.

E quindi, soprattutto e incredibilmente, allora vado bene anch’io così…

E se si facesse, per dirne una, mezz’ora di anatomia esperienziale prima di una riunione condominiale?

No, dico sul serio.

Andrea Ambrogio