Differenze tra padri e madri
E tra maschio e padre.
Intervista a Luigi Zoja.

Quali sono le differenze tra padri e madri a livello biologico?

La differenza tra maschile e femminile a livello culturale e biologico salta all’occhio anche nel regno animale: i maschi dei mammiferi non riconoscono la loro prole. Anche tra le scimmie più evolute il padre ha un istinto di protezione generico nei confronti dei piccoli, ha un incarico militare di difesa del suo gruppo, ma non riconosce i suoi figli dai figli di un altro. L’invenzione della paternità è un fatto puramente culturale.

E questo, secondo lei, vale anche per gli uomini?

Sì. E non lo dico io come uomo, ma lo dice un’antropologa non maschilista come Margaret Mead. Lei sosteneva che la madre è madre a meno che le circostanze storico-culturali non glielo impediscano, mentre per il maschio vale il contrario: il maschio è solo maschio e non è padre a meno che non gli venga insegnato come esserlo.

C’è una grande differenza tra maschio e padre?

Immensa. Bisogna saper distinguere tra maschio e padre. La madre degenerata esiste ma è l’eccezione, mentre il padre non padre, il maschio che si limita a fecondare è estremamente frequente. Bisogna insegnare ad ogni generazione ai giovani maschi ad essere padri. Generazione dopo generazione e individuo per individuo.

Perché i padri non imparano una volta per tutte?

Per loro la paternità non è istintiva come lo è la maternità per una donna, non è la prosecuzione di un accudimento fisiologico, non è un’appartenenza al proprio corpo.

E’ come dire che non esistono padri cattivi ma padri che non hanno imparato a fare i padri?

Esatto. Esistono padri che sono rimasti animali.

Anna Tagliacarne