Amore e potere
Le conseguenze di una falsa dicotomia.
La divisione fra l'idea di amore e l'idea di potere induce a rinunciare al potere per diventare un'anima più nobile, amorevole. I buoni vengono per ultimi ed è per questo che sono buoni. Spesso le donne sono elette o scelte perché, in questa opposizione, rappresentano l'anima, non il potere.

Quindi, essere privi di potere è prova, non necessariamente di debolezza e di castrazione, ma di nobiltà di animo e di natura amorevole. Anche per questa ragione gli idealisti e romantici, spesso, rifiutano il potere. Per appropriarsi del potere si abbandona l’anima per la sporca politica. Ma è davvero il potere ad essere sporco, oppure è sporca l’idea che hanno del potere queste persone?

E’ per questa ragione che spesso gli idealisti perdono? Spesso ci si domanda perché gente di nobili intenti non cerchi di ottenere una carica di primo piano, e perché, quando poi arriva a comandare e trova che le cose non vanno come vorrebbe, si rifiuti di trovare una via d’uscita nel compromesso, e preferisca dimettersi cavalcando l’arrogante cavallo dell’indignazione. Perché le brave persone non possono scendere in basso, come si disse di Adlai Stevenson?

Ma, cosa ancor più curiosa: perché i conflitti per il potere sono così feroci, e non tanto negli affari e nella politica, dove sono cose di tutti i giorni, quanto nelle professioni idealistiche, quali il sacerdozio, la medicina, le arti, l’insegnamento e l’assistenza? Coloro che si trovano invischiati nelle lotte accademiche o nelle liti degli ospedali o dei musei, ricorrono all’inganno, alle pugnalate alle spalle, alle minacce, agli intrighi, senza il minimo ritegno. Non rivolgono la parola agli amici dei loro nemici. Si formano delle conventicole. Si incaricano scagnozzi. Si trama la vendetta. Nel business e nella politica, invece, i concorrenti a poste anche molto più alte continuano ad incontrarsi per giocare a golf, per mangiare o bere insieme. Nel business e nella politica sembra che ci sia meno idealismo e più senso dell’ombra. Il potere non viene represso, ma ci si convive, come un compagno quotidiano, e non si afferma che è nemico dell’amore.

Quindi, fino a che il concetto di potere è in sé corrotto da una opposizione romantica con l’amore, con l’anima, con la bontà e la bellezza, il potere corrompe davvero.

J. Hillman
dal libro Il potere