Caldi luoghi di incontro
Da caldi luoghi di incontro molti ristoranti si stanno trasformando in contegnosi luoghi di liturgia.

Se oggi alla domanda “andiamo al ristorante?” scatta au­tomatica la risposta “no, dai, vediamoci a ca­sa” , è perche troppo spesso i ristoranti si sono trasformati da occasioni sociali e conviviali in luoghi per adepti di quel culto del cibo dove i cuochi sono diventati Venerabili Maestri e tutto si ammanta di un’aura di sacralità.

Permettetemi di considerare questa cosa assurda e ridicola. Mi è accaduto un paio di volte di sentirmi impartire seriosissime lezio­ni se non prediche sui piatti che avremmo mangiato, la storia e l’origine degli ingredien­ti, e io – che giuro non sono rozzo – venivo colto dal prepotente impulso di comportarmi come John Belushi al ristorante di Blues Bro­thers.

Rivolgo allora accorato appello ai ristoran­ti che non sono così perché non cedano alla tentazione: restate caldi luoghi di incontro, non contegnosi templi di liturgia.

Per celebrare la natura vitale del cibo, non devitalizzate i vostri luoghi e le relazioni fra noi umani. Alla fine è il cibo a essere al nostro servizio, non certo il contrario.

Franco Bolelli
La Repubblica, 20 marzo 2017