Lo descrivono come un “balletto” in cui l’individuo è subordinato all’esecuzione del gruppo e tutti i soggetti coinvolti condividono il sentimento di armonia e potere. Mihaly Csikszentmihalyi sospettava che questo sentimento fosse il sottoprodotto di singoli membri del gruppo che erano in movimento. Sawyer pensava che stesse succedendo qualcosa di più dinamico. In Group Genius, lo spiega in questo modo: “Gli anni in cui ho suonato il piano nei gruppi di jazz mi hanno convinto che ciò che succede nella mente di una persona non potrebbe mai spiegare quello che ha reso brillante l’esibizione di una sera, e pessimo quella di un’altra. In qualsiasi momento durante un’esibizione, uno scambio musicale quasi invisibile può portare il brano in una nuova direzione; più tardi, nessuno riesce a ricordare chi è stato responsabile di cosa. Nel jazz è il gruppo che ha le idee, non i singoli musicisti.