Un nuovo modo di suonare
Un esempio illustra come la somatica collega molti campi.
Negli ultimi 20 anni è emersa una nuova concezione corpo-mente chiamata “somatica” che differisce dalla medicina, dall’osteopatia, dalla chiropratica, e dalla terapia fisica per il suo focalizzarsi nella relazione tra il corpo e la mente, le credenze culturali, il sentire individuale e la volontà.

Una definizione essenzialmente didattica è che “la somatica coinvolge tutto l’essere umano focalizzando in una maniera concreta le interazioni tra i valori culturali e la postura, il movimento, le emozioni, il concetto di sé”.

Paul Linden, un medico somatico, descrive la sua esperienza con un pianista jazz il quale, mentre suonava, “aveva dolori invalidanti al braccio destro”. La prima cosa che Linden osservò fu che “invece di usare il proprio corpo come un tutto egualmente bilanciato, la sua postura era asimmetrica e tesa. La spalla sinistra era più alta della destra, la gamba sinistra era più forte ed era la gamba su cui più spesso si appoggiava. Quando suonava stava seduto tutto curvo sulla tastiera”. Linden lo portò ad essere consapevole della sua postura e gli insegnò a rilassarsi e a star seduto diritto.

Una volta in grado di sedere bene, Linden gli chiese di fare un movimento che comportasse uno sforzo. A quel punto i movimenti del pianista divennero rigidi e tesi.

Quando Linden gliene chiese il motivo, il pianista si rese conto di due cose: una, che lo sforzo era parte integrante di come egli visualizzava la potenza e due, che ciò creava tensioni eccessive in molti dei suoi movimenti.

Il commento di Linden fu: “l’idea che la potenza è pesante e faticosa è veramente molto comune nella nostra cultura” poi continuò: “parlammo di come questo suo modo influenzava la sua attività di pianista e di come forzava i suoi muscoli a muoversi contro una resistenza interna, creando uno blocco proprio quando avrebbe avuto bisogno di muoversi nel modo più fluido e libero possibile. Comprese come fosse un importante fattore del dolore che sentiva quando suonava e imparò che poteva mantenere il suo corpo libero e aperto generando contemporaneamente la potenza necessaria per suonare. Ma quando lo invitai a suonare perse la consapevolezza del suo bacino e del suo respiro. La sua attenzione si spostò sulla testa e sulle mani: quando suonava sentiva che occhi per vedere, orecchie per sentire e mani per suonare compendiavano tutto il suo essere musicista, il resto del corpo era ininfluente.

Era tornato al precedente schema di tensione muscolare. Linden dovette rammentargli che la musica veniva da tutto il suo essere e che era necessario non solo sentire ma anche usare tutto il corpo.

A casa il pianista riferì che il suo braccio funzionava meglio quando suonava utilizzando il corpo nel nuovo modo. Ma quando “andava veramente dentro la musica” Linden notò che ritornava a curvarsi sui tasti. Parlando di questo il pianista spiegò che spesso suonava in bar dove le persone erano ubriache e moleste e quindi cercava di entrare il più possibile in se stesso, nel piano e nella musica così da creare una barriera tra lui e il pubblico.

Spiegò inoltre che nel jazz l’improvvisazione richiedeva un ascolto ravvicinato del piano per poter trovare la nota successiva da suonare. Certo i suoi pensieri “musicali”, effettivamente, venivano dal profondo di sè. Riconosciuto questo fu in grado di crearsi una nuova forma più simmetrica e aperta, suonare con maggior potenza e sensibilità riducendo lo sforzo sul suo braccio.

Con questo caso da manuale Linden spiega perfettamente come la somatica collega molti campi ma non può essere ridotta a nessuno in specifico:

“il pianista aveva un vero trauma fisico che non poteva essere curato con trattamenti medici in quanto non era un problema fisico. Aveva in sé numerosi elementi culturali, emotivi e spirituali. Contemporaneamente non poteva essere trattato a livello psicologico perché era certamente un problema fisico e l’analisi muscolo-scheletrica era la chiave per risolverlo. Era effettivamente un problema di educazione somatica e solo la rieducazione somatica ha potuto risolverlo.

Galen Crantz