Libertà dei piedi e salute
'Il modo più semplice per iniziare a liberare un essere umano
è cominciare a liberare il movimento dei suoi piedi'
Gli interessanti risultati di uno studio.
Le famiglie che ogni tanto ospitavano il grande Einstein rimanevano sbalordite nel constatare che lo scienziato non possedeva le pantofole quando si intratteneva a casa. Infatti, Einstein, si toglieva semplicemente le scarpe e girava per la casa con le sole calze sui piedi.
Si trattava della solita distrazione o della trascuratezza nel vestire?
Fino a ieri eravamo inclini ad accettare queste ipotesi, ma ora, la lettura di un libro sulle malattie dei piedi ci ha insinuato un dubbio che non riusciamo a cancellare. E se la resistenza organica di Einstein e la costanza, nelle meditazioni più vertiginose, fossero state in qualche misterioso rapporto con la vitalità dei piedi, mantenuti sani proprio camminando scalzo, senza la tirannia delle scarpe?

Se il dubbio vi sembra irriverente, non vi resta che leggere il libro del dottor Simon J. Wikler che si intitola “I vostri piedi” e che esce ora tradotto in italiano nelle edizioni Richter di Napoli. Un libro molto strano, certamente. Ma anche denso di annotazioni acute e utili allo studioso di medicina e di biologia che – diciamolo pur francamente – non ha avuto troppo tempo a disposizione per occuparsi delle estremità degli arti inferiori. Indagare sul cervello, sui polmoni, sul cuore, sul fegato o sui reni, bene; ma centrare tutta una carriera medica soltanto sullo studio e sulla cura del piedi, questo sì che non capita di sentirlo tutti i giorni. Qualche pagina, potrà anche far sorridere ma il sorriso non è un’arma critica e non ci esonera dal compito di cercare i semi buoni in tutte le teorie.

Gli uomini di laboratorio si spremono le meningi per scoprire le cause del cancro e per mettere a fuoco un rimedio efficace, ma non si sono mai preoccupati di mettere in rapporto il dilagare dei tumori maligni con le deformazioni dei piedi. Ora cominciate a ridere di gusto con questa trovata e state convincendovi che la storia della medicina, sfrutta un capitolo della fantascienza, ma il dottor Wikler vi blocca il sorriso con una constatazione: le statistiche dimostrano che la più alta incidenza di decessi per cancro si verifica nei Paesi in cui gli abitanti portano scarpe moderne che deformano il piede, mentre l’incidenza più bassa si registra fra coloro che non conoscono i nostri tipi di calzature o che vanno semplicemente a piedi nudi.

Prendete gli esempi degli Stati Uniti, della Svizzera, dell’Inghilterra o della Danimarca e trovate che i decessi annuali oscillano da 180,9 al 147,4 (su ogni 100.000 morti) e il confronto vi rivela che le cifre scendono all’86.2 per l’Italia, al 14 per il Perù e all’11,3 per Ceylon. Siccome in questi ultimi Paesi c’è ancora parecchia gente che va scalza e che porta calzari comodi, ecco che il nostro Autore vi mette la pulce nell’orecchio, insistendo sul valore indicativo di queste statistiche sulla reale possibilità che le scarpe moderne provochino delle malformazioni tali da poter perlomeno favorire l’insorgere del tumore maligno.

Siccome continuerete a tentennare il capo, il dottor Wikler vi offre subito un risultato di una ricerca personale. Egli si è recato in un villaggio rurale del Messico e ha studiato un gruppo di 36 bambini che non conoscevano neppure l’esistenza delle scarpe. Ha confrontato successivamente lo stato di salute dei piedi de primo gruppo con un altro di 36 bambini convalescenti di febbre reumatica nell’Ospedale di Baltimora e ha terminato la ricerca con un gruppo di controllo: 36 bambini scelti a caso in una piscina pubblica nel quartiere operaio della stessa città. Voi immaginate già le deduzioni: i bambini del Messico hanno una normale flessibilità delle dita e non presentano atrofie muscolari mentre gli altri presentano queste. malformazioni e specialmente i soggetti convalescenti. Conclusione: c’è un preciso rapporto tra febbre reumatica e malformazioni dei piedi.

Ma l’elenco potrebbe continuare con le cardiopatie, e con le malattie dell’apparato digerente, del sistema renale, ecc., per giungere addirittura (e questa è la seconda «bomba» del dottor Wikler) ai disturbi della personalità che siamo abituati a raggruppare nel vasto e inquietante capitolo delle nevrosi. Parecchie pagine sono un atto di accusa contro la psicanalisi e la moderna medicina psicosomatica: Freud avrebbe fatto meglio a occuparsi del piedi dei suoi pazienti invece di perdere tempo con l’analisi dei complessi e dei sogni. E – tanto per concludere con un colpo da k.o. – l’Autore vi cita i casi di illustri psichiatri e psicanalisti che sono venuti a bussare alla sua porta per liberarsi da complicati disturbi emotivi. Guariti i piedi, spariti anche i disturbi: vi pare poco?

da www.nati-scalzi.com