Comodità e libertà
Artemide, giovanissima, si ribella contro l'immagine della "bambina modello".
Non vuole né vestiti attraenti né ciondoli, nulla di ciò che dovrebbe incantare la ragazzina che incomincia a essere cosciente della sua Femminilità. Che cosa vuole allora? La libertà.

La libertà di correre per le montagne, di nuotare nei fiumi, cavalcare, cacciare, inseguire le cerve. È una sportiva, si direbbe oggi, Oppure, dato che non riconosciamo più fino a che punto questa energia sia naturale per una ragazza, si direbbe che è un “ragazzo mancato”.

Eppure è quanto mai la Puella, la giovinetta archetipica. Anche se la femminilità delicata di Afrodite non le dice nulla, perché questa femminilità, rivolta verso l’Altro, l’apparenza e la seduzione, la distoglierebbe da ciò che lei vuol essere in profondità. Perciò chiede a Zeus, suo padre, il favore di non portare mai il vestito lungo e scomodo delle donne, e neanche le loro acconciature ingombranti. Artemide preferisce la libertà di movimento che dà la tunica corta, al di sopra delle ginocchia, e i sandali piatti e solidi.

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