Come le parole cambiano il carattere
Le parole scelte per descrivere l'indole di un bambino ne modificano il carattere.
In Cina i bambini “timidi” e “sensibili” erano quelli scelti più spesso dagli altri come amici e compagni (in mandarino, la parola che indica timido o quieto significa “buono” o “beneducato”; e la parola sensibile può essere tradotta come “persona che comprende”, un termine positivo).

In Canada invece, i bambini timidi e sensibili erano tra i meno scelti. Molto probabilmente questo è il tipo di atteggiamento con cui vi siete confrontati crescendo. Pensate a che impatto ha avuto su di voi il fatto di non incarnare il tipo ideale per la società in cui vivete. Deve avervi influenzato, non solo per il modo in cui siete stati trattati dagli altri, ma anche per come voi avete imparato a trattare voi stessi.

State ben attenti a non accettare per voi etichette come “inibiti”, “introversi” o “timidi”. Proseguendo la lettura capirete perché queste definizioni sono sbagliate. In genere, tali etichette non colgono l’essenza del tratto e gli danno un significato negativo. Per esempio, le ricerche hanno scoperto che la maggior parte delle persone associano, del tutto erroneamente, l’introversione a una scarsa salute mentale.

Quando le Persone Altamente Sensibili si identificano con queste definizioni, la loro sicurezza diminuisce, e il loro stato di attivazione cresce in situazioni in cui ci si aspetta che siano maldestre. È utile sapere che nelle culture in cui il tratto è maggiormente apprezzato, come il Giappone, la Svezia e la Cina, le ricerche assumono significati diversi. Per esempio, gli psicologi giapponesi si aspettano dai soggetti sensibili prestazioni migliori, e succede proprio così. Nei loro studi sullo stress hanno scoperto che gli individui non-sensibili hanno maggiori problemi nel fronteggiare situazioni ricche di stimolazioni.

Elaine Aron