L’errore è l’altra faccia del successo
Non commettere errori rivela il fatto che si tiene l’asticella bassa.
Se ci si danna l’anima per evitarlo non si può nemmeno davvero riconoscere e godere del trionfo. E tendi ad adattarti, a stare nel chiaroscuro, omologandoti o cercando un percorso standard senza infamia e senza lode, ma che non prevede neppure un’identità, un’eccellenza, un grande risultato.

La capacità di trasformare lo sbaglio nell’ingrediente che ti può far vincere implica accettare l’errore non come un fallimento esistenziale, ma come una fase di passaggio.

Per questa ragione io per esempio diffido di chi all’università ha sempre passato tutti gli esami con trenta e lode e ha preso la laurea a pieni voti. Non sarebbe il primo della lista che io assumerei. Mi preoccupa il fatto che non abbia mai commesso un errore, che non abbia mai avuto delle distrazioni tanto forti da farlo fallire. Non ho scelto un percorso facile, dove emergessero senza fatica i miei talenti.

Quando opti per obiettivi davvero ardui o decidi di condividere il tuo cammino con chi è mostruosamente forte, è più facile cadere nell’errore e inciampare negli ostacoli che non mettere a segno successi.

Simone Moro (è l’unico alpinista ad aver scalato per primo quattro 8.000 in invernale)
Da: Devo perché posso