"Non insegna nulla"
Il guaio non è che la gente sia ignorante.
È che sa così tante cose che non sono così.
Joseph Billings
L'accusa più comune rivolta a chi insegna per davvero.
Gli studenti sono stati vittime—in questo caso per circa 16 anni—del tipo di scuola che abbiamo descritto in precedenza, come produttrice di paraplegici intellettuali. Gli studenti universitari di cui stiamo ora parlando sono quelli che erano i più brillanti in termini di scuola convenzionale. Ovvero, sono quelli che hanno appreso meglio ciò che si esigeva che facessero: star seduti tranquilli, accettare senza domande ogni sciocchezza che veniva detta loro, rispondere a guisa di ventriloqui con un alto grado di fedeltà, scendere solo per la scalinata destinata alla discesa, parlare solamente al segnale del professore e così via.

Per tutta la durata di questi 16 anni, hanno imparato a non pensare, a non formulare domande, a non immaginare le cose per quello che sono. Hanno appreso a diventare totalmente dipendenti dall’autorità dell’insegnante; e tutto ciò è stato fatto con dedizione.

Naturalmente, questo è ciò che causa i guai quando essi si trovano di fronte all’opportunità di fare il loro dovere, cioè creare significati operativi al fine di fare autonomamente scelte e decisioni operative su se stessi.

La loro prima reazione generale al suggerimento di servirsi del semestre per formulare delle raccomandazioni riguardo a quanto reputano la migliore esperienza per l’istruzione superiore nell’era nucleare, è di incredulità. Non riescono a credere che stiamo facendo sul serio. Essi reagiscono in questo modo—non comprendendo—per il fatto che noi abbiamo assegnato loro delle funzioni. Sono tutti seduti, i notes aperti, le penne in mano, pronti a “prendere appunti” su “problemi e pratiche nella scuola secondaria”, in modo da avere una qualche idea su ciò che questo idiota di professore ritiene importante, e di poter passare i soliti esami semestrali e finali (a scelta multipla) con una forte probabilità di “prendere un buon voto”.

Quando cominciano a convincersi del fatto che noi siamo seri, le cose vanno anche peggio. Nel timore di perdersi la loro coperta-alla-Linus accademica, essi reagiscono criticandoci per il fatto che “non insegnamo loro nulla”, cioè: perché non abbiamo dei “testi prescritti”, perché non facciamo lezione, né esami semestrali e finali (a scelta multipla). In una parola, perché non “facciamo nulla”.

N. Postman
Dal libro: L’insegnamento come attività