Più insistenza, maggior resistenza
Perché imparare a lasciare le scelte agli studenti.
Probabilmente la cosa più difficile in un processo di apprendimento nuovo è che sia il trainer sia lo studente hanno bisogno di imparare a dare fiducia al naturale processo di apprendimento. Per me, come trainer, questo ha significato smettere di fare interventi correttivi automatici tutte le volte che vedevo una pecca nel lancio di un mio studente. Per lo studente ha significato non dipendere da istruzioni tecniche per migliorare le sue battute.

Abbiamo dovuto credere che, con l’aumentare della nostra consapevolezza, apprendimento e cambiamento si sarebbero effettivamente realizzati. Le azioni del trainer possono sostenere l’autostima dello studente o possono minarla. Tutte le volte che sono stato sufficientemente paziente da lasciar andare il mio bisogno di controllare l’apprendimento, questo si è realizzato coi suoi tempi e in un modo molto più efficace ed elegante di quanto mai avrebbe potuto essere usando la metodologia centrata sul comando e controllo dell’insegnante.

È stato difficile mettere in dubbio i risultati e dopo aver visto centinaia di tennisti a tutti i livelli migliorare senza istruzioni tecniche è divenuto sempre più facile aver fiducia. Più mi fidavo di questo processo naturale, più facile era per i miei studenti fidarsi di se stessi e delle loro capacità di imparare dall’esperienza.

Come lo studente vede i continui miglioramenti senza l’insegnamento “dovresti, non dovresti”, la sua autostima si rafforza ed egli si rende conto che imparare in questa maniera è un’esperienza totalmente diversa da quella che incanala in un modello preconfezionato di corretta forma. È l’esperienza dell’apprendere dall’interno verso l’esterno invece che dall’esterno verso l’interno ed è sempre una cosa bellissima a vedersi.

Nel mio vecchio approccio centrato sul trainer volevo poter fare io tutte le scelte importanti di una lezione di tennis. Una volta che lo studente aveva deciso di prendere lezioni ero io che decidevo. Avrei dovuto decidere su quale battuta si doveva lavorare, su quali elementi di quella battuta avrei iniziato la lezione e quali rimedi fosse necessario introdurre. Era molto come una tradizionale relazione medico-paziente: “Io sono l’esperto. Io faccio la diagnosi e prescrivo la cura. Il tuo compito è fare ciò che io ti dico e credere che se lo farai, starai meglio”.

Ho dovuto imparare a lasciare le scelte allo studente. Perché? Perché l’apprendimento avviene nello studente. Lo studente fa le scelte che in ultima analisi controllano se l’apprendimento avviene oppure no. Alla fine mi sono reso conto che lo studente era responsabile per le scelte di apprendimento mentre io ero responsabile della qualità dell’ambiente dove questo apprendimento avveniva.

Questo significa che io chiedo allo studente cosa vuole migliorare e perché. Sento che il mio compito di trainer è comprendere l’obiettivo dello studente ed aiutare a raggiungerlo. Egli all’inizio del nostro incontro può affermare di “voler migliorare il suo rovescio” e finire la conversazione con l’affermazione che vuole essere “in grado di colpire dieci volte su dieci la palla con rovesciate passanti sulla linea del servizio”.

Gli studenti si sentono più in controllo e conseguentemente sono più disposti ad accettare maggiori responsabilità, a prendere più iniziativa e ad essere più creativi nel raggiungimento del loro obiettivo. Inoltre, e altrettanto importante, la resistenza al cambiamento insita nel modello comando e controllo diminuisce moltissimo. Questo a prova del vecchio detto: “A più insistenza maggior resistenza”.

T. Gallwey
Dal libro The Inner Game of Work