Educazione e somatica
La Somatica è un terreno di ricerca in cui convergono diverse scuole.
Al centro c’è l’esperienza del corpo, lo studio e l’analisi del movimento e lo sviluppo di tutte le tecniche che creano embodiment (essere nel corpo, essere incarnati). La cosa interessante di questo campo è che i concetti e i principi invece di essere studiati sui libri vengono analizzati attraverso l’esperienza corporea.

Ne abbiamo parlato con Martha Eddy che di questo campo ha una responsabilità internazionale come presidente dell’ISMETA e fondatrice del training in Somatic Movement Therapy. Martha Eddy sta scrivendo un libro proprio sulla storia della Somatica.

Il primo a utilizzare il termine Somatica è stato Thomas Hanna, un filosofo della Yale University. Egli notò che il corpo è una porta che consente di accedere alle informazioni, che ha capacità di rigenerarsi, che ha intelligenza e creatività.

Col corpo possiamo conoscere noi stessi oppure è il corpo che conosce se stesso?

Entrambe le definizioni sono vere: il corpo conosce se stesso e attraverso il sistema nervoso possiamo sapere quello che il corpo conosce. Possiamo cioè accedere, attraverso le funzioni della corteccia, alla conoscenza di ogni cellula del corpo. È quello che insegno ai miei studenti. A volte diventano un po’ allergici all’elaborazione cognitiva, come se si trattasse di un ostacolo alla esperienza del corpo. La mente viene quasi avvertita come un’interferenza. Ma è proprio attraverso le complesse circonvoluzioni della nostra corteccia cerebrale che possiamo diventare consapevoli delle sensazioni delle nostre dita. Il problema si presenta quando diventiamo troppo coinvolti dalla corteccia, tutti e solo nella mente.

La filosofia da Husserl e dagli esistenzialisti in poi parla di embodiment, della relazione diretta tra processi corporei e elaborazione delle informazioni. Qual è il livello di contatto tra l’accademia e l’ambito esperienziale, dove questi concetti vengono vissuti?

Prima ho citato Hanna, è stato probabilmente lui il primo a creare un link tra questi due campi. Negli anni Cinquanta poi sono arrivati altri autori. Seymour Kleiman per esempio, che è un filosofo professore della Ohio State University e che considera l’apprendimento come una funzione dell’intero organismo. Racconta spesso che quando arriva in una classe nuova di studenti chiede: “Dove è la vostra mente?” Solo una volta un ragazzo ha indicato il centro del petto invece della testa. Si è scoperto poi che era l’unico studente non americano, ma africano della Nigeria. Kleiman ha creato il primo programma universitario di educazione somatica e studi culturali. È comunque ancora una sfida ottenere un pieno riconoscimento da parte dell’accademia.

Vuol dire che il corpo dentro le Università entra solo come qualcosa da osservare da studiare come oggetto e non come un processo attivo di conoscenza?

E’ ancora in gran parte così anche se qualche varco si sta aprendo. Io per esempio sono consulente per l’educazione nel comune di New York e recentemente ho tenuto un seminario di educazione somatica per i presidi e i direttori didattici di diversi istituti. I burocrati della scuola. Era la prima volta e forse si è potuto realizzare perché il capo dei capi stava andando in pensione. Fatto sta che è andato benissimo. Un successo.

R. Denicolò
da La Repubblica