Spazio, corpo, cultura
Il rapporto delle persone con lo spazio influenza ed è influenzato anche dalla cultura in cui vivono.
La necessità di dividersi lo spazio disponibile, per esempio, porta con sé in molti casi la necessità di restringersi. Nelle varie culture si può così notare come anche le aree geografiche producano soglie diverse di tolleranza rispetto allo spazio personale.

Se i giapponesi, infatti, che devono dividersi in tanti un’isola piuttosto stretta, possono dormire nei ‘loculi’ di certi alberghi di Tokyo e schiacciarsi su affollatissimi metro, negli Stati Uniti – dagli spazi sconfinati – una gran parte di persone ha la sua automobile e la sua casa, ogni casa ha il suo giardino e, all’interno della casa, ogni figlio ha la sua stanza. Se un turista italiano si reca in America o in Giappone, è probabile che in relazione alla diversità degli spazi collettivi cambi abbastanza automaticamente anche il suo respiro, la percezione del suo corpo e il suo stato di coscienza. E’ abbastanza frequente, dopo tutto, per una tendenza alla sincronizzazione che è automatica tra esseri umani, trovarsi a imitare il respiro di un’altra persona – quindi, a maggior ragione, quello di un’intera popolazione – e di conseguenza anche il suo stato di coscienza.

Jader Tolja - Francesca Speciani