L'inerzia dei paradigmi culturali
Cambiare una sedia implica cambiare scrivanie, tavoli e piani di lavoro il che a sua volta implica cambiare come si lavora, mangia, socializza.
Una cultura basata sullo stare seduti a terra ha un’architettura diversa, con, per esempio, finestre più vicine al pavimento dei 45 cm regolamentari dell’architettura europea. Un urbanista consapevole del corpo crea aiuole ad altezza vita e progetta sedute esterne che includano poltrone, e nuovi tipi di anfiteatri, considerando profumi e suoni nonché il tipo di superficie che verrà a contatto con le mani ed i piedi.

Anche se benefici, questi mutamenti non vengono automaticamente perché richiedono una profonda trasformazione culturale. L’antropologo Edward T. Hall descrive tre tipi di conoscenza: razionale-tecnica (ad es. ciò che impariamo a scuola), informale (ciò che ci viene detto dalle persone che conosciamo fuori dall’ambito scolastico), formale (l’apprendimento non verbale che viene dal copiare gli altri). Il design consapevole del corpo è razionalmente facile da comprendere anche se ironicamente il nostro sistema educativo è probabilmente il più separato dal corpo.

Sorprendentemente, i dipartimenti di architettura, di architettura d’interni, di disegno industriale e di prodotto, per non parlare di planning urbanistico e architettura d’esterni, non hanno alcuna attenzione per il corpo. Recenti studi accademici si sono occupati de “il corpo” come indicatore di qualcosa d’altro piuttosto che della diretta esperienza del corpo dei designer o degli utenti. Come possiamo insegnare un design consapevole del corpo attraverso l’esperienza diretta? Informalmente – attraverso famigliari, amici, colleghi, chiacchiere e conversazioni – il design consapevole del corpo deve ancora farsi strada in ogni settore della società – didattico, commerciale, governativo, militare, religioso.

Il design consapevole del corpo è particolarmente importante ad un livello formale perché è la forma di una cultura che comunica, istruisce, e familiarizza i suoi membri alle norme culturali senza dire una parola. La conoscenza formale è la più difficile da cambiare perché è a un livello inconscio. La difficoltà di cambiare una pratica inconscia (come sedersi su una sedia) include una resistenza all’argomento che viene liquidato come assurdo o sciocco. Ciononostante anche la conoscenza formale può cambiare e di fatto lo fa. Il primo passo è portare l’argomento a livello di consapevolezza. Dopodiché attraverso l’influenza dei movimenti sociali, della scienza, dell’educazione e dell’arte nuove forme di pensiero e di comportamento possono emergere fino a divenire istituzionalizzate attraverso leggi, norme, linee guide professionali e standard.

Galen Cranz