Imbellettare le gabbie per i polli
Perché una bidonville ha più dignità di alcune nostre periferie.
C'è qualcosa nella maniera, nello stile, nella forma delle periferie (in quello che interessa gli architetti formalisti superstar, insomma) a essere sbagliato?
E’ un banale sospetto che assale chiunque passeggi oggi per una periferia. C'è un'assurdità di fondo nel modo, nella prosopopea, nella retorica che si mostra nei balconi e nelle finestre, nella ripetizione ossessiva dei moduli e nell'ingenuità deficiente secondo cui un colore di facciata o un orpello decorativo dovrebbe salvare il tutto.

Le periferie denunciano costantemente, a Varsavia come a Gallarate, di non credere in se stesse, di essere coscientemente delle gabbie per polli e però di imbellettare i propri casermoni con una retorica che suona falsa al primo angolo. Il problema delle periferie è la loro falsità. Ogni periferia auto costruita, perfino una orrenda bidonville ha più dignità, cioè esprime uno sforzo vero, umano, di abitare e non un’utopia zoppa che alcuni progettisti applicano ad altri uomini, il cui destino abitativo non vorrebbero senza dubbio condividere. Si tratta di una costruzione consapevole della bruttezza, di una sfida a millenni di sapienza del costruire e dell’abitare. Ripeto, gli abitanti, lasciati a se stessi finiscono per fare meglio.

F. La Cecla
Dal libro: Contro l’architettura