I giardini di Afrodite
I giardini sono l'espressione della sensualità di una cultura
Una sensualità che offre a coloro che per educazione, età o cultura disconoscono o negano la vitalità sessuale, il vantaggio di non procurare ansia.

In Inghilterra, per esempio, il giardinaggio appare la passione meglio integrata: ci si abbandona a essa come ci si dà all’amore, appassionatamente e per sempre. Uomini e donne si commuovono davanti alla grazia dei giardini e dei panorami, lasciano che le rose si arrampichino sui muri delle loro case; e tuttavia raramente ho visto una donna inglese che ardisca mettere una rosa fra i capelli, un gesto simile le parrebbe sconvenientemente seduttivo. Ma quando sono i giardini a raccogliere le proiezioni dei valori di Afrodite è permessa anche la civetteria.

Si nota nell’arte del giardino inglese un desiderio intenso e ammirevole di dissimulare ogni traccia di artificio, quasi che l’impeccabile manutenzione di un luogo fiorito e il lungo e paziente lavoro del giardiniere debbano restare invisibili, nell’intento di lasciar spazio a una bellezza “naturale”, dove fiori e arbusti sembrano cresciuti lì spontaneamente. Questo ideale di equilibrio tra natura e arte è proprio ciò che compiace Afrodite, attorno alla quale «cresceva l’erba sotto i piedi ben fatti»; è lei che concede la sua grazia agli inglesi per i loro prati e giardini, dato che essi comprendono la corretta misura tra natura e cultura, e il giardinaggio è un esempio straordinario di questa mediazione.

G. Paris
Dal libro: “La rinascita di Afrodite”