Eleganza
Cosa crea questa sottocategoria della bellezza?
Sia il ponte di Salginatobel, progettato da Robert Maillart, che quello sospeso di Clifton, di Isambard Brunel, sono strutture di forza: entrambi riscuotono la nostra ammirazione perchè ci permettono di metterci al sicuro oltre un precipizio fatale, eppure dei due il ponte di Maillart è il più bello per l’eccezionale agilità e l’apparente naturalezza con cui svolge il suo compito.

Con la sua arte muraria poderosa e le pesanti catene di acciaio, la costruzione di Brunel ha qualcosa di un uomo robusto di mezza età che si tira su i calzoni e sollecita l’attenzione altrui prima di fare un salto da qui a là, mentre il ponte di Maillart assomiglia a un atleta flessuoso che salta senza tante cerimonie e si inchina al pubblico prima di uscire di scena.

Entrambi i ponti compiono un’impresa ardita ma quello di Maillart possiede in aggiunta la virtù di farla sembrare priva di sforzo – e poiché avvertiamo che non lo è, ci stupiamo e lo ammiriamo ancora di più. Il ponte possiede una sottocategoria della bellezza che possiamo chiamare eleganza, una qualità presente ogni qualvolta un’opera architettonica sa mettere in atto una resistenza – trattenere, estendersi, proteggere – con grazia ed economia oltre che con forza, quando è tanto modesta da non richiamare l’attenzione sulle difficoltà che ha dovuto superare.

A. de Botton
dal libro “Architettura e felicità”